Shirakawa-go
- Franci
- 11 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 12 ago
📍 Location: Shirakawa-go

Nonostante le tante difficoltà riscontrate per raggiungerla, Shirakawa-go risulta effettivamente un must per chi decide di andare nella terra del sol levante ed é incuriosito dalla sua cultura.
Despite the many difficulties encountered in reaching it, Shirakawa-go is definitely a must for anyone who decides to visit the land of the rising sun and is intrigued by its culture.
Pensavamo che la giornata a Takayama fosse finita e nel migliore dei modi. Ci sbagliavamo.
La nostra nuova guest house non è esattamente come quella da cui proveniamo, ma un tantino più "ruspante". La sfortuna ha voluto per noi la camera affianco ai due lavandini comuni, separata da una parete stile giapponese fatta praticamente di carta. Alle 23.00 arriva una figura maschile che dopo essersi lavata i denti comincia una serie di risciacqui e gargarismi rumorosi manco avesse bevuto prima dal Gange. I primi 20 minuti ci divertono. Dopo 30' Tommaso si innervosisce. A 40' vuole uscire e capire se il bastone con campanella anti orso può avere anche altre utilità. Riesco a persuaderlo solo facendogli notare che il tempo della cafoneria è finito, dopo i 40 minuti si sfocia nella patologia e il poveretto potrebbe soffrire di un disturbo ossessivo compulsivo. A 45' decidiamo di spegnere anche l'ultima lucina accesa in camera per dare un segnale e miracolosamente la figura si allontana.
Fuori nel frattempo sta continuando la tempesta tropicale, data la mia insofferenza verso i rumori notturni, mi infilo i tappi e vado a dormire sicura che la giornata domani inizierà meglio di come sia finita oggi.
Beata ingenuità.
Al mio risveglio il compagno di avventure è più indisposto della sera prima e con il doppio delle occhiaie. Colpa (incredibile) di alcuni giapponesi. Perché sono spettacolari a seguire le regole. Ma non il buon senso. Quindi se il phon è espressamente vietato dalle 23 alle 7.30, ciò non si applica a spazzolini e rasoi elettrici. E quindi via! Alle 6.00 iniziano le danze.
Scappiamo dalla guest house prima che Tommaso faccia una strage, dritti in biglietteria per andare in bus a Kanazawa con stop intermedio a Shirakawa-go, osannata da tutte le guide come un must da visitare.
Scopriamo presto che la tempesta ha fatto cancellare gran parte delle tratte su rotaia, con conseguente riversamento della mole di turisti sulla nostra. C'è di più. La tratta Takayama-Shirakawago é ad accesso libero, chi prima arriva sale sul bus. La seconda (Shirakawago-Kanazawa) accetta solo prenotazioni. E qui iniziano i problemi. Sono le 8.15 e per la seconda tratta nella fascia oraria delle 15 sono rimasti solo 2 posti liberi. Su due autobus diversi con qualche minuto di differenza. Prima, nulla. Dopo, ultimo autobus alle 17.30. Con uno sguardo io e Tommaso ci intendiamo subito: per quanto possa essere patrimonio UNESCO, Shirakawago non varrà 7 ore del nostro tempo e possiamo resistere benone un paio d'ore separati. Compriamo subito i biglietti. Vorremmo fare colazione, ma davanti ai bus in partenza c'è una coda che non si è mai vista nemmeno davanti agli Apple store ai tempi d'oro. Ci mettiamo in coda. Ovviamente non riusciamo a salire sul bus, dobbiamo aspettare quello dopo, che fortunatamente arriva in qualche minuto, perché il servizio è stato potenziato per l'alluvione, altrimenti sarebbe stata 1 ora e 45 minuti di attesa in piedi.
Appena partiti il marito, con umore già ben oltre al nero, mi comunica che oggi è la festa nazionale della montagna in Giappone, quindi molti negozi e ristoranti saranno chiusi.
Arriviamo a Shirakawa-go e non pensiamo nemmeno ad osservare cosa abbiamo attorno: é festa nazionale e siamo in un posto mega turistico. Da bravi italiani sappiamo benissimo cosa significa: i pochi ristoranti aperti verranno presi d'assalto e giocheranno a chi spenna di più. Per fortuna c'è il nostro amico konbini a salvarci: ci fiondiamo dentro a prendere la colazione e ad accaparrarci due vaschette di futomaki per il pranzo.
A pancia piena si ragiona e si vede meglio. Ecco che si aprono davanti a noi campi di riso verdissimi da cui sorgono le famose gassho-zukuri, le case coi tetti spioventi in paglia. Dopo una prima dose di sarcasmo ("la prossima volta gita a Vercelli") cogliamo la bellezza delle costruzioni una volta dentro, scoprendo che i sottotetti erano utilizzati per l'allevamento dei bachi da seta.
Passeggiare per il paese col suono delle cicale e circondati da arzille libellule diventa un po' difficoltoso nel primo pomeriggio, dove letteralmente un muro di pioggia ci ricorda che siamo pur sempre nel bel mezzo di una tempesta tropicale.
Alla fine il mio autobus arriva, puntuale come sempre. Tempo di salutare il marito e lasciarmi alle spalle un'altra gemma nipponica.
























Ho seriamente pensato, dopo la tua partenza, di vendere il mio biglietto per 4ok Yen ad una coppia spagnola disperata e passare la notte stile "Imperatore Meiji" a Shirakawa.... next time