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Hiroshima

  • Immagine del redattore: Franci
    Franci
  • 21 ago
  • Tempo di lettura: 3 min

📍 Location: Hiroshima


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Arrivare a Hiroshima nel mese in cui commemora 80 anni dal giorno in cui divenne tragicamente famosa fa riflettere ancora di più. Oggi è una città rinata a testimonianza della resilienza degli uomini.


Arriving in Hiroshima in the month that marks the 80th anniversary of the day it became tragically famous makes one reflect even more deeply. Today, it is a city reborn, bearing witness to human resilience.



Ogni mattina in Giappone, come sorge il sole, Tommaso si sveglia e sa che sarà una battaglia con Francesca per farla alzare.

Ogni mattina in Giappone, dopo che il sole é sorto, Francesca si sveglia e sa che non potrà dormire più a lungo.

Ogni mattina in Giappone, non importa che tu sia Tommaso o Francesca, alle 13.30 saranno sotto il sole cocente su una via in salita.

Ma andiamo con ordine.

Decidiamo ancora una volta di utilizzare il servizio di spedizione bagagli (comodissimo, non capisco perché in Europa non ci sia). Alla reception la signorina non la vediamo molto sul pezzo: sembra in panico e continua a fare avanti e indietro da una stanza "only staff" senza concludere nulla. L'orologio intanto fa tic tac, abbiamo un treno da prendere e alla fine concordiamo che sia meglio portare con noi i trolley. Saremo più lenti ma forse meglio così.

La puntualità e l'efficienza dello Shinkansen per fortuna sono leggendari, così ci troviamo di prima mattina già a Hiroshima.

Dal momento che ora abbiamo il JR pass dobbiamo ottimizzare gli spostamenti con i mezzi inclusi nell'abbonamento. Scopro che alcuni bus qui incredibilmente sono coperti! Rapido pit stop quindi nel nuovo hotel per lasciare giù tutte le valigie e siamo già indirizzati verso l'isola di Miyajima.

Ci attende il santuario di Itsukushima, famosissimo per la sua porta Otorii sull'acqua e la pagoda a 5 piani li vicino.

Aspettando al molo, paghiamo la tassa turistica e scopriamo che nella nostra fascia oraria il traghetto dovrebbe fare una sorta di "inchino" alla porta: perfetto per scattare una fotografia!

Purtroppo una volta saliti ci accorgiamo di un piccolo dettaglio a cui nessuno dei due aveva minimamente pensato: la marea. Il santuario é in piena secca e gruppi di turisti pascolano sulla spiaggia che si é creata. La magia é un po' svanita. Pazienza, sarà per la prossima volta. Intanto vi lasciamo le foto del posto come non le vedrete mai in nessun depliant.

I kami però sembrano avercela con noi oggi. Appena sbarcati mi accaparro subito una mappa dell'isola; stiamo ancora cercando di capire che giro fare quando veniamo affiancati da un daino affamato che (per fortuna) si accontenta di azzannare solo l'oggetto dei miei desideri. Il marito coraggiosamente cerca di salvare la mappa colpendo l'animale (non troppo forte, forse é sacro pure qui) ma alla fine non c'è nulla da fare: ci rimarrà solo un triangolino tra le mani.

Ci stiamo ancora riprendendo dal non piacevole incontro quando scopriamo che la pagoda a 5 piani é in ristrutturazione (sì, anche questa) per un tempo indefinito di anni.

Ciliegina sulla torta: minacciosi tuoni arrivano sempre più forti all'orizzonte e noi abbiamo dimenticato l'ombrello nell'ultimo hotel.

Presto: serve un rimedio! Al santuario compro un amuleto scaccia sfiga tra le perplessità di Tommaso e invece pochi metri fuori cosa troviamo? Un ombrello abbandonato! L'equilibrio è stato ripristinato (per ora).

Non resta che dirigerci verso il Daishoin sul monte vicino. Siamo già sciolti prima ancora di iniziare i gradini in salita quando vediamo come una allucinazione un bar. All'ingresso veniamo così folgorati dai prezzi fuori da qualsiasi logica che decidiamo di uscire subito e iniziare la scalata.

Il tutto ciò a che ora? Ma certo, alle 13.30. cvd.


Il tempio buddista é sviluppato in salita ed é obiettivamente molto affascinante, con la grotta di Henjo piena di lanterne a soffitto e la moltitudine di statue coi loro cappellini rossi (il rosso secondo tradizione scaccia i demoni, mettere cappellini vuol dire quindi proteggere la figura e accrescerne il suo potere protettore).

Scendiamo dal monte che sembriamo aver combattuto contro i Vietcong e torniamo a Hiroshima per una passeggiata lungo il parco della pace con il suo memoriale e il museo.

Le bandiere qui sono a mezz'asta. L'Atomic Bomb Dome, per quanto sia "solo" un edificio diroccato, porta inevitabilmente a riflettere sulla vita e sul mondo. Sapevamo benissimo cosa stavamo andando a vedere, ma ci ha fatto un certo effetto lo stesso.

Per curiosità: é rimasto parzialmente in piedi perché la bomba, esplodendo sopra di lui (600m), ha esercitato la forza verso il basso. Il marito mi insegna che i muri in mattoni lavorano bene a compressione.

La giornata si conclude cenando a base di ostriche giganti per la gioia di Tommaso e guardando la tranquilla città dall'alto di un rooftop bar per la mia.




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