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Si torna a casa

  • Tommi
  • 28 ago
  • Tempo di lettura: 3 min

📍 Location: Doha


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Il Giappone ci manca già, o meglio, tante piccole cose che insieme concorrono a renderlo indimenticabile. Ultime considerazioni finali, nella speranza di aver convinto qualcuno di voi a partire!


We already miss Japan, or rather, all the little things that together make it unforgettable. Final thoughts, in the hope of having convinced some of you to go!





Come ogni grande avventura anche la nostra sta volgendo a termine. Singapore si è rivelata una sorpresa completamente diversa dal Giappone, abbiamo incontrato anche un amico che da anni vive lì. È arrivato come ingegnere e oggi è uno dei pasticceri più quotati della città, tu pensa la vita a volte!

Siamo atterrati qui con la frenesia dei giorni precedenti dove c’erano templi da vedere, sentieri da percorrere e orsi da cui scappare. Improvvisamente il massimo dell’impegno era capire dove andare a mangiare: shock! Beh, all’incirca, dato che ci siamo abituati in fretta alla calma, anche grazie alla piscina al 16° piano dell’hotel. Relax meritato bevendo del Riesling australiano (non male vi dirò) e nuotando tra i grattacieli mentre riguardavamo le foto del nostro viaggio.

Prima di partire per questa avventura un amico ci ha detto che i giapponesi vanno a Bangkok a “prendere il fresco”. Ora capisco, visto che le sere a Singapore sono fresche e ventilate (no, non è ironico) e puoi perfino indossare una camicia senza sembrare che hai corso l’IronMan.


Ci rendiamo conto che il nostro every-day-life-style in Giappone sia stato un po’ ruvido e non so se siamo nella posizione di dare qualche consiglio. Ad ogni modo proviamo a dire la nostra.

  • Non importa quale sia la tua necessità, ma come per magia ti apparirà davanti un konbini che esaudirà ogni tuo desiderio: dal cibo alle fotocopie.

  • Nonostante l’asse del cesso si possa riscaldare (opzione migliore), la seduta richiede un discreto grado di stretching dati gli spazi piuttosto minuti. Sì, l’opzione bidet è stata provata….

  • La combinazione locker e spedizione bagagli è stata la svolta per molte tratte. Sicurissima e puntualissima, non ci aspettavamo niente di meno dai giapponesi.

  • Non è possibile sbagliare strada visto che tutto è impostato per minimizzare le interazioni verbali: se hai una domanda, c’è un cartello con un pupazzo che ti dice dove andare. La cosa si applica per divieti e regole generali.

  • I giubbotti con le ventole. Uno pensa siano una truffa, ma quando lo vedi usare in cantiere capisci che funziona davvero. Lo compreremo nel nostro prossimo viaggio.

  • Pensate che il JR pass sia l’unico pass disponibile? Vi sbagliate di grosso, ce ne sono almeno cinque per ogni compagnia di treni in Giappone: verificate!

  • Evitate i posti prettamente turistici e mangiate con i locali: ci è capitato di cenare solo con giapponesi ed è stato uno spasso!

  • Gli ombrelli in Giappone seguono le regole del comunismo più puro: sono di tutti e non sono di nessuno. È assolutamente normale che ci si scambi gli ombrelli involontariamente e nessuno si offende.

  • Non hanno i cestini in strada per responsabilizzare, ma poi impacchettano i biscotti uno a uno in confezioni da 30. Non c‘è vergogna (se non quella della moglie) ad entrare da Prada con il sacco dell’indifferenziato: done that.


Il popolo giapponese porta con sé un’aura di serietà e mistero. Al primo incontro può sembrare formale, quasi distante. Ma basta un secondo contatto per scoprire un lato sorprendentemente umano, fatto di sorrisi sinceri e di un’ospitalità che scalda. Tornare nello stesso izakaya o rivedere per caso chi il giorno prima ti aveva dato indicazioni significa ritrovare volti che si illuminano, persone che ti accolgono come vecchi amici. Per noi è stata una delle più belle scoperte: dietro l’etichetta, un cuore aperto e contagioso.

Fun fact: non importa in quale villaggio tu sia o con chi stai parlando, sicuramente quella persona conosce l’Italia e cerca di raccontarti, tra mille sorrisi, di quando è stato a Venezia o a Firenze trent’anni prima. Una bella sensazione.


Eccoci all‘ultimo (?) paragrafo. Vogliamo ringraziare tutti i nostri assidui followers che hanno condiviso assieme a noi questa avventura e che ci hanno scritto per sapere se ci avesse mangiato l‘orso.

Siamo disponibili a darvi tutti i possibili consigli se volete intraprendere anche voi questa "gita fuori porta" e affrontare un più serio dibattito con chi il Giappone l‘ha vissuto con uno spirito più rilassato (magari senza cambiare 13 hotel come noi). Ancora grazie e alla prossima avventura!



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