Tokyo Volume II
- Franci
- 5 ago
- Tempo di lettura: 2 min
📍 Location: Tokyo

L'esplorazione di Tokyo continua da dove l'avevamo lasciata: il tempio Meiji incanta col suo parco secolare e si sposa con la modernità dei quartieri vicini: l'arte del contrasto è tutta giapponese.
Our exploration of Tokyo continues where we left off: Meiji Shrine enchants visitors with its centuries-old park and blends seamlessly with the modernity of the surrounding neighborhoods: the art of contrast is quintessentially Japanese.
Le (quasi) 12 ore di sonno ci hanno permesso di rimetterci in pista come degli arzilli ventenni. Raggiunto il tempio shintoista Meiji non ho potuto fare a meno di munirmi di mappa (Tommaso manco l'aveva vista...) e di proclamarmi guida turistica di questo duo. Il tempio è una scoperta incredibile, sormontato da due alberi secolari di trenta metri potati come se fossero dei bonsai. Sotto le loro perfette chiome abbiamo lasciato una piccola preghiera incisa in una tavoletta di legno (Ema) e ci siamo recati più tardi al museo Meiji Jingu, che è stato una piacevole sorpresa. Ammettiamo di essere entrati più per godere dell'aria condizionata e Tommaso per far felici i suoi amici architetti, ma con i suoi pochi elementi, ci ha permesso di capire la vita del parco e del tempio nel corso di tutto l'anno: davvero interessante.
Arriva la fame e per pranzo decidiamo di seguire il consiglio di un amico: ravioli. Tutto molto buono, le incrostazioni di grasso sulla friggitrice (e probabilmente altre sostanze) però non sono per tutti. Il pomeriggio scorre veloce nelle strade futuristiche dei quartieri di Shibuya e Omote-Sando, con tanto di selfie con Hachiko (ndT ma chi è sto cane?). A questo punto, il marito decide di scoprire le carte. Vuole andare a vedere il negozio di Prada. Mica per i vestiti. No. Per la facciata. Dopo averla fotografata da fuori a 360 gradi, decide pure di entrare. Alla porta ci sono 3 addetti pronti nell'ordine: ad aprirti la porta, a chiamarti l'ascensore, a seguirti per il palazzo. Io vorrei solo sotterrarmi, lui procede sicuro all'ultimo piano per fotografare il dettaglio della finestra apribile in caso di incendio. Salutiamo cordialmente, scendiamo e usciamo. Questa cosa ci è costata l'abbonamento alla mailing list di Prada. In giapponese. Non soddisfatto e in piena frenzy strutturista mi porta al SunnyHills (stesso architetto del museo della mattinata) dove per salire si devono comprare dei dolcetti alle mele o all'ananas con lo stesso prezzo dell'oro. Che peccato essere celiaci! Sentitevi liberi di scrivere a Tommaso per i dettagli. Alla sera tappa obbligata ad ammirare questa metropoli tentacolare dall'alto della Skytree Tower, dove abbiamo trovato ristoro inaspettato al "Beer Festa 2025" (e la sagra di paese può accompagnare solo).
PS: da oggi sotto la voce "felicità" della Treccani trovate la mia foto al Pokemon Center.































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